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Humans of cinque terre

"Quando viaggio cerco dei terreni con paesaggi terrazzati"

Margherità è di Vernazza e ha una grande passione: i muretti a secco. Ne ha costruiti diversi in isole semi disabitate, della Corea al Giappone.

Margherita

La mia specialità sono i paesaggi terrazzati. Forse anche la mia ossessione. Sono la madrina dei campionati mondiali di muretti a secco. Oh sì, ce ne sono di molto diversi: i giapponesi ad esempio li fanno elastici, antisismici, incastrano le pietre in maniera molto diversa da qui.
Come tutti qui alle Cinque Terre, abbiamo vite diverse a seconda delle stagioni. D’estate, lavoriamo. L’inverno è per viaggiare. Lo so, sono fortunata, faccio una vita che neanche i ricchi possono permettersi. Ad esempio, io non mi devo sposare. Quando viaggio io cerco dei terreni con paesaggi terrazzati. Negli ultimi due anni ho costruito muri in isole semi disabitate della Corea, poi in Giappone. Abbiamo fatto un videogioco con i ragazzi del liceo, ambientato alle Cinque Terre, si chiama ‘Save the wine’, è come Donkey Kong ma con i cinghiali e i muretti a secco, un progetto di edutainment, come si dice.

È iniziato tutto dal giorno dopo l’alluvione. Mi hanno portato a vedere i muretti a secco collassati, ma insomma, vedi, secondo me non erano stati fatti bene, io sono un po’ tedesca, sono per la pianificazione. In sintesi, ho chiesto a mio padre di insegnarmi a fare i muretti a secco. All’inizio non era molto propenso, sono comunque una donna. Poi alla fine ha visto che mi sono un po’ intestardita, e allora ha accondisceso. Ora ho un’associazione, si chiama Tu Quoque, ci sembrava il nome più inclusivo per stimolare il nostro lavoro propaganda sui muri. Siamo usciti sul New York Times un paio d’anni fa per il nostro lavoro che facciamo con il patrocinio dell’Unesco. A volte serve giocare di sponda per diventare rilevanti sul proprio territorio. Com’è che dicevano, sempre i latini? Nemo propheta in patria… e infatti è più facile a volte lavorare a Monaco, come qualche anno fa al Rachel Carlson center, che qui. Ma anche questo, la difficoltà, fa parte della bellezza, della missione.

Per due anni ho vissuto a Londra, è stato un periodo d’intensa ricerca sulla mia identità. Poi sono stata in Ucraina, dove ho intrapreso una performance artistica per comprendere come si possa sentire una mia coetanea che si trovi in condizioni di vita tali da indurla a rendersi disponibile come sposa in vendita in un catalogo matrimoniale. Avevo un sacco di parrucche diverse, posso diventare persone anche molto diverse all’occorrenza. So 7 lingue, tra cui il coreano, perché i coreani sono gli italiani dell’Asia. Ho fatto l’accademia delle Belle Arti, adesso da quattro anni ho il mio negozio, che si chiama come me, proprio con nome e cognome. Vendo anche ceramiche dipinte a mano. La mia missione è far tornare i magneti nel loro posto di origine: i turisti cinesi vanno matti per le chincaglierie che producono, tanto da essere disposti a ricomprarli a venti volte il prezzo originario dall’altra parte del mondo. Tutto diventa esotico, se lo guardi con occhi nuovi.

Margherita dialoga con Filippo Lubrano
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